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Lavorare in banca ( cap 1 )


di chiara94
26.08.2024    |    1.731    |    85 7.6
"Elisa non e' alla sua scrivania..."
Sono in macchina, diretto verso il mio nuovo posto di lavoro.
Mi sono laureato il mese scorso, ma sono già riuscito a trovare un lavoro.
Sono stato assunto in banca .
Mi chiamo Paolo, ho 24 anni e, dopo anni di studi , sono passato direttamente nel mondo del lavoro.
Due giorni prima , mi sono fidanzato con Elisa, una ragazza che ho conosciuto, durante le fasi dei vari test/colloqui.
Anche lei e' stata assunta .
Che caso della vita. Io e la mia fidanzata, assunti dalla stessa azienda.
E' una ragazza molto riservata , e non abbiamo ancora parlato molto.
O meglio, lei ha parlato pochissimo.
Io le ho raccontato la mia vita.
Sono un tipo buffo , un po' impacciato con le ragazze .
Però, qualche conquista, l' ho fatta.
Anche se, nella mia compagnia , sono uno di quelli, che le ragazze definiscono " cessi ".
Ci sono due tipologie di ragazzi: i cessi e i fighi.
Io ho sempre pensato di far parte di una categoria intermedia , di quella dei ragazzi normali ma, solamente con il tempo, ho capito che non esiste .
Le ragazze sono spietate. Non c'e' una via di mezzo. O cesso o figo.
Paradossalmente, essere brutto brutto o solamente guardabile, non cambia nulla.
Le fighe la danno sempre agli stessi ragazzi, e per noi cessi rimangono le racchie.
Però , questa volta, sono stato fortunato.
Elisa e' una ragazza alta 1.65, pesa sui cinquanta kg, e' una taglia 42. Con una terza abbondante di seno. E' di carnagione molto chiara, ha i capelli lunghi biondi lisci , che le arrivano fino al fondo schiena . Occhi azzurri, come due laghi di montagna.
Quando le ho fatto la proposta , lei ha accettato subito, chiedendomi però di costruire la relazione , passo per passo e, avvisandomi subito, che non avrebbe voluto sentir parlare di sesso, per i primi mesi
Elisa e' con me, in macchina.
Indossa un maglioncino fucsia, a collo alto, maglioncino che nasconde abbastanza i suoi seni; un pantalone nero aderente , e degli stivaletti bassi neri, stile beatles.
Una cintura fucsia completa il suo look.
Sopra , il suo immancabile pumino azzurro, con cuffia azzurra abbinata.
Io invece ho messo giacca e cravatta, camicia e pantaloni eleganti. Ai piedi mocassini marroni. Una cintura marrone completa il mio look.
In macchina, per stemperare la tensione , stiamo parlando di tutt’ altro.
L'argomento e' un reality, che entrambi abbiamo visto, la sera prima.
Non ho ancora osato chiederle di uscire, essendomi messo con lei, solamente due giorni prima.
Ma, a breve, avrei affrontato l'argomento.
E' il nostro primo giorno di lavoro ,e siamo entrambi agitati.
Io sono stato assegnato in cassa , ed anche Elisa.
Vado a sedermi alla mia nuova postazione , apro il mio account , e chiamo il primo cliente
Anche Elisa e' alla sua postazione . E' al tavolino, accanto al mio.
Sono molto fiero e orgoglioso, di lavorare con la mia ragazza .
E' bellissima e, questo fatto, mi permettera' di recuperare un po' di fiducia, in me stesso .
Non che il fatto di essere single, mi pesasse molto, ultimamente! Purtroppo le mie coetanee sono troppo superficiali e mi ero messo il cuore in pace
O fighi o cessi
Non ci sono vie di mezzo.
Mentre Elisa e' diversa .
Lei mi ha detto, che guarda prima il carattere, in un ragazzo. E che l' aspetto fisico, e' solamente una cosa causale , abbinata a seconda della fortuna o della sfortuna. E un ragazzo non puo' essere giudicato , per una cosa, di cui non ha assolutamente colpa.
Un simile discorso mi ha reso il ragazzo piu' felice del mondo.
Chissà cosa l'ha spinta, ad accettare subito la mia proposta, senza neanche pensarci . Forse una delusione amorosa ,passata. Pero' Elisa non mi ha detto praticamente nulla di lei, e dunque la mia e' solamente una supposizione. Ma alla fine, cosa me ne importa ? Quello che conta , e' che e' la mia ragazza.
Io mi sono convinto a fargliela , perché sono convinto che , iniziando a lavorare, non avrei avuto più chance.
Tutti i colleghi si sarebbero messi in fila, per provarci con lei. Sia single, che impegnati.
Ma io sono stato più lesto , più veloce , e li ho battuti tutti, sul colpo.
Ma torniamo a questo primo giorno di lavoro.
Ad un certo punto della mattinata, termino con una cliente , e schiaccio il pulsante, per ricevere il prossimo.
Nessuno si avvicina.
Chiedo :" chi ha il numero diciannove?"
Un uomo robusto, sui cinquant' anni, mi dice :" io, ma voglio andare da lei " , indicando la mia ragazza.
Io rimango un attimo sorpreso, per questa risposta, ma faccio finta di niente , chiamando il prossimo .
Quando Elisa termina con la cliente, che ha davanti ; vedo quel uomo corpulento , che va a sedersi, davanti ad Elisa.
Con la coda dell'occhio , mentre faccio l' operazione , li osservo.
Quel signore inizia a parlare ed Elisa lo sta ascoltando. Non la vedo operare sul terminale.
Mi sto interrogando, sul modo di comportarsi, della mia ragazza. Professionalmente parlando, sarebbe potuta essere ripresa, da qualche superiore.
Decido di intervenire per aiutarla , mi alzo, e vado vicino a lei, dicendole:" Scusa, Elisa! Hai qualche problema al pc? Non ti vedo usarlo!"
Elisa mi guarda e mi dice:" No, tutto bene, Paolo. Il cliente si e' presentato, e stiamo facendo due chiacchiere!"
Senza aggiungere nulla, torno al mio posto, sebbene sia un po' seccato. C' e' parecchia gente in coda e , i nostri superiori, si sono raccomandati ,di smaltire il piu' velocemente possibile, la coda.
Il cliente, davanti a me, continuando a vedermi distratto , mi dice:" giovanotto , io non ho tutta la giornata !"
Io mi giro verso di lui e gli faccio le mie scuse , tornando a fare l'operazione .Finito il cliente , aspetto di chiamare il prossimo, facendo finta di armeggiare al pc.
Vedo Elisa e quel tipo corpulento, che stanno ancora parlando , anche se la mia ragazza sta operando al pc.
Addirittura vedo Elisa, sorridergli, piu' volte.
Dopo qualche minuto, i clienti in fila , iniziano a lamentarsi, perché sono chiuso , ed Elisa, accortasi della cosa, si gira a guardarmi, vedendo che la sto fissando.
Elisa mi guarda male e io chiamo il prossimo cliente.

In pausa pranzo , vengo convocato nell' ufficio del responsabile di salone, Vincenzo, un ragazzo di 32 anni, che dimostra però 50 anni.
Faccia rotonda , occhiali spessi rotondi , completamente pelato sulla parte superiore del cranio. Ha i capelli solo lateralmente.
Il responsabile del salone mi dice :" Paolo, ti vorrei parlare, di quanto è successo stamattina!"
Io gli rispondo:" Lo so, ha ragione! Ma mi si era impallato il computer !"
Intanto qualcuno bussa alla porta: e’ Elisa.
Il responsabile del salone le dice di entrare , lei non mi guarda neppure , e si siede , guardando il nostro superiore.
Vincenzo dice:" Elisa , Paolo mi ha detto che ha chiuso la cassa , per un problema al PC. Però io, il primo giorno di lavoro , faccio sempre osservare i nuovi. E chi vi ha osservati , mi ha detto, che Paolo ti stava spiando , perché era geloso del signor Biagio!"
Elisa si gira a guardarmi , infuriata :" Cosa ? Paolo , ma è la verità?"
Io rispondo :" No, Elisa! Forse ho fissato quel signore , perché non ho capito , perché e' voluto venire da te, e non da me !"
Il responsabile del salone mi risponde:" il signor Biagio preferisce andare a fare le operazioni dalle donne e, visto che è innocuo , visto che non ha mai tentato approcci ,visto che non ha mai fatto battute , riteniamo che la cosa sia fattibile. Tenendo in considerazione, anche, il saldo del conto corrente del signor Biagio!"
Io rispondo:" pero' Dottore"
Elisa mi ferma:" Paolo, chiedi scusa. E non aggiungere altro. Il primo giorno di lavoro , ho fatto una figuraccia, per colpa tua !"
Io dico al responsabile di salone:" mi scusi !"
Il responsabile del salone dice :" incidente chiuso ! Credo che vorrete parlare da soli , ora! Elisa , ti aspettiamo di la' "
Ed esce.
Io dico:"Elisa, mi spiace,io!"
Elisa mi blocca subito :" Paolo, che non si ripeta mai più, un fatto simile. Sai quanti uomini verranno in cassa , tutti i giorni ?
Io le dico :" hai ragione , scusa!"
Elisa fa per alzarsi e andarsene , quando le chiedo:" andiamo a mangiare assieme , Elisa?"
Elisa mi risponde:" No, Paolo. Vado coi miei colleghi. Oggi non ti voglio vicino. Non voglio sentire battute e commenti, per quanto è successo! Rifletti sul tuo comportamento o, con me, durerai molto poco!"
Elisa esce dall'ufficio, e mi alzo anche io, pero' aspettando ad uscire. Non voglio essere poi accusato di seguirla.
Con le mani in tasca e, triste, inizio a camminare , a testa bassa.
Vedo un bar , davanti alla banca, ed entro , chiedendo di prepararmi un panino e di darmi una bottiglietta d'acqua.
Dopo che pago, esco dal bar e vado a sedermi, su una panchina. Sono i primi di ottobre.
Fa freddo, ho appena iniziato a lavorare, eppure mi ritrovo a mangiare, come un barbone, su una panchina.
Ma non voglio andare nella pizzeria accanto, vedrei sicuramente Elisa e i nostri colleghi, e creerei solamente imbarazzo, ed Elisa si arrabbierebbe ancor di piu'.
In fondo e' colpa mia. Elisa ha ragione. Non avrei dovuto comportarmi cosi'. E' il primo giorno di lavoro . Elisa e' una bellissima ragazza. Chissa' quanti faranno i cascamorti con lei. E io non posso pensare, di tenere nuovamente un comportamento come oggi perche', giustamente, la perderei. Del resto, cosa ha fatto? Quale e' la sua colpa? Un sorriso ad un vecchio ciccione? Anche io ho sorriso a qualche vecchina e a qualche signora matura. Ma per gentilezza, educazione. Per nessun altro motivo!
Sto per rientrare in banca, quando si avvicina a me, una signora anziana:" Ciao Paolo, sono Giuseppina. Mi occupo di titoli, e sono una tua collega. Ho saputo cosa e' successo oggi, ma non devi prendertela! Sono cose che succedono. Ad Elisa, l'arrabbiatura e' gia' passata!"
Io le chiedo:" E come lo sai?"
Giuseppina mi risponde:" Elisa e' venuta a mangiare con noi. E le ho parlato qualche minuto, poi l'ho lasciata parlare con Vincenzo. "
Io le dico:" Da domani, mi aggiungo anche io, al vostro gruppo!"
Giuseppina dice:" Ecco vedi, stanno tornando!"
Vedo il gruppo dei miei colleghi, che sta attraversando la strada.
Ma, in mezzo a loro, non c'e ne' Elisa, ne' Vincenzo!
Io saluto Giuseppina, dicendole che vado a prendere un caffe', al bar.
Attraverso la strada, e mi fiondo nelle vie laterali e limitrofe, per cercare Vincenzo ed Elisa.
Perche' non sono con il gruppo? Preso da un attimo di sconforto, aumento il passo, per cercarli e trovarli. Il mio orario di lavoro pomeridiano e' gia’ iniziato, ma non mi interessa molto! Devo prima trovare Elisa.
Quello schifoso ciccione sta gia' tentando di portarmela via? Appena finira' la giornata lavorativa, parlero' sicuramente ad Elisa, di quanto sta accadendo.
Dopo quindici minuti, di inutili tentativi, decido di tornare in banca.
Entro in filiale e trovo Elisa, alla sua postazione.
La guardo, ma decido di far finta di nulla. Nervoso come sono, parlandole, rischierei di farmi lasciare subito.
Ma Elisa mi parla:" Paolo, come mai in ritardo?"
Io le trovo una scusa:" Elisa, mi ha chiamato mia mamma, c'e' stato un problema a casa!"
Elisa mi dice:" Spero nulla di grave!"
Io le rispondo:" Non funziona il sistema di riscaldamento e mi ha chiesto di chiamare una ditta specializzata. Per questo motivo, ho tardato!"
Elisa mi dice:" Paolo, comunque scusami per prima. Sono stata molto stronza, a risponderti in quel modo. Io non vorrei, che tu pensassi, che io sia una ragazza insensibile e glaciale. Riflettendo, ho capito dopo, di aver urtato la tua sensibilita' !"
Io le rispondo:" Elisa, incidente chiuso!" e le sorrido.
Elisa mi dice:" Paolo, per far pace, dopo il lavoro, prendiamo una cioccolata assieme, va bene?"
Io le rispondo di si'. Mi sono spaventato per nulla. Mi sono fatto prendere dalla gelosia, per uno stupido equivoco. Elisa, molto probabilmente, era rientrata con il gruppo, solamente che io avevo visto il gruppo dei ritardatari. Che stupido, che sono stato!
Mi metto subito al lavoro al mio terminale , per la chiusura di giornata. Il pomeriggio, la cassa e' chiusa ai clienti. Pero' devo inserire tutte quelle operazioni, dove la presenza del cliente, non e' necessaria. E dove non vengono movimentati contanti.
Sento squillare un telefono. E' quello di Elisa. Elisa si alza e la vedo dirigersi , verso gli uffici del piano.
Io continuo con le mie operazioni. Intanto Elisa non torna. Non capisco il motivo di questa assenza. Non devo farmi prendere dall'ansia. Ci sara' sicuramente una spiegazione, come gia' successo prima.
Ma il tempo passa, ed Elisa non torna. Elisa non e' alla sua scrivania. Non resisto piu'. Con la scusa di andare in bagno, passo davanti l'ufficio di Vicenzo. La porta e' chiusa. Non posso bussare, non ho una scusa.
Arrivo in bagno, mi chiudo dentro e vengo preso da un semi attacco di panico. Mi manca l'aria, mi slaccio il nodo della cravatta, e apro i primi bottoni della camicia. Cerco di respirare a bocca aperta, per prendere piu' aria possibile.
Vado ai lavandini, apro il rubinetto, mi bagno le mani, e mi sciacquo la faccia. Nonostante sia inverno, sento caldo.
Un attimo, devo calmarmi. Elisa mi ha detto che, finito il lavoro, andremo a prendere una cioccolata calda.
Resto due minuti in bagno, camminando su e giu'.
Anche io lavoro in banca, ma non sono stato convocato da nessuno. Lei, invece, e' piu' di un'ora, che e' fuori postazione.
Mi viene un'idea. Torno subito alla mia postazione e commetto, volontariamente, un errore.
Mi alzo e vado velocemente verso l'ufficio di Vincenzo.
Mi affretto a bussare. Non risponde nessuno. Dopo circa un minuto, riprovo a bussare. Non posso aprire, senza che mi dica avanti. Vincenzo si potrebbe arrabbiare, dicendomi che mi sarei potuto rivolgere ad un altro collega.
Ma non mi interessa, mi faccio coraggio, e sto per aprire la porta, quando Vincenzo apre la porta, esce dall'ufficio, e richiude la porta, alle sue spalle.
Vincenzo mi dice:" Cosa c'e' ,Paolo?"
Io, in stato di agitazione, gli dico:" Devo aver fatto un errore al terminale!"
Vincenzo mi guarda e mi dice:" Paolo, stai tranquillo! Vengo con te, e risolviamo tutto. Andiamo alla tua postazione!"
Seguo Vincenzo, continuando a guardare quella porta chiusa. Dietro quella porta, c'e' Elisa?
Dentro di me , sto impazzendo, ma cerco di non darlo a vedere.
Vincenzo si siede alla mia scrivania e, in minuto, risolve il problema, dicendomi:" Visto? Ora e' tutto ok!"
Io vorrei rispondergli:" No, non e' tutto ok! Dove e' la mia ragazza?", ma non posso! Devo stare zitto, e limitarmi a dirgli:" Grazie, e mi scusi del disturbo!"
Scusarmi dall'averlo disturbato, mentre ci prova, con la mia ragazza? No, ma non e' possibile! La porta non era chiusa a chiave. Io sono un semplice cassiere, ma uno di grado pari o superiore, sarebbe potuto entrare, e coglierli in flagrante.
Il fatto che la porta non fosse chiusa a chiave, mi sta tranquillizzando. Sicuramente c'e' una spiegazione. E la chiedero' ad Elisa, mettendo il tutto sul ridere, davanti ad una calda e fumante cioccolata.
Perche' sicuramente c'e' una spiegazione.
Ma Elisa ancora non torna e la banca sta per chiudere.
Torno nuovamente in zona bagni, per dare un'occhiata in giro. Non c'e' nessuna traccia di Elisa.
Prendo finalmente coraggio e busso nuovamente a Vincenzo. Anche questa volta, Vincenzo esce, dopo circa minuto, dall'ufficio, e richiude la porta, dietro di se'.
Gli dico:" Mi scusi Dottore, la banca sta chiudendo e non vedo Elisa. Questa mattina Elisa e' venuta in macchina con me, e credo che abbia bisogno di un passaggio!"
Vincenzo mi guarda e mi dice:" Aspetta!", tornando dentro, e richiudendo la porta, dietro di se'.
Dopo qualche minuto, Vincenzo esce di nuovo, richiudendo nuovamente bene, la porta .
Il responsabile di salone mi dice:" Paolo, e' tutto a posto. Puoi andare. Qualcuno di noi accompagnera' Elisa, a casa!"
Io rimango di sasso, e pietrificato.
Vincenzo, senza aggiungere nulla, torna in ufficio, chiudendo la porta.
Nuovamente non chiude la porta a chiave.

La posizione della scrivania e' sistemata in maniera tale , che non si possa vedere nulla e, soprattutto, la stazza di quello schifoso ciccione, mi avrebbe impedito ugualmente di guardare dentro.
Tra di me, ormai abbattuto, penso:" Qualcuno di noi , chi?"
Prendo il mio cappotto e me ne vado.
Arrivo a casa in venti minuti e, ogni cinque minuti, guardo il cellulare.
Nessun messaggio da parte di Elisa.
E la mia ragazza, per far pace, mi aveva proposto di andare a prendere una cioccolata assieme, dopo il lavoro.
Invece e’ completamente scomparsa, senza degnarsi di un messaggio.
Eppure io continuo ad entrare ed uscire da whatsapp, e lei e’ sempre on line.
Pero’ Elisa non mi ha ancora scritto, per scusarsi del suo comportamento.
Arriva l’ora di cena, e vado a mangiare.
Torno poi, a guardare il cellulare. Elisa dalle otto di sera a mezzanotte, non si e’ piu’ collegata.
Ha spento il cellulare? L’ha messo in carica? Oppure e’ uscita con qualcuno?
Finalmente, a mezzanotte, torna on line.
E fino le due di notte , rimane praticamente sempre collegata.
Sicuramente , sta messaggiando con qualcuno! Ma con chi?
Durante la nostra conoscenza, Elisa entrava molto raramente su whatsapp, e i nostri messaggi si limitavano, piu’ che altro, ad un buongiorno, buon pranzo, come stai.
Ma ci puo’ stare come cosa: Elisa, caratterialmente, e’ molto riservata!
Pero’, dopo il lavoro, oggi e’ stata praticamente sempre collegata, tranne un periodo di quattro ore.
La mia pazienza e’ al limite.
Decido di spegnere il cellulare e, a fatica, mi addormento.
Il giorno dopo, ho un dubbio amletico: devo passare a prendere, a casa, la mia ragazza, per andare al lavoro?
Penso ad entrambe le soluzioni: entrambe hanno i pro e i contro.
Se passo a prenderla, puo’ accusarmi di essere pesante. Se non passo a prenderla, puo’ accusarmi di essermi dimenticato di lei.
Un attimo. Perche’ lei, non si e’ dimenticata di me, tutto il giorno, ieri?
Accendo il cellulare. Entro su whatsapp . Nessun messaggio.
Ma mi colpisce una cosa: appare uno stato. Elisa non ne aveva mai messi.
Ci clicco sopra e c’e’ un messaggio:” Le cose belle arrivano, quando meno te lo aspetti!”
Sono allibito. A cosa si riferisce, la mia ragazza?
Decido comunque di passare da casa sua; del resto, nei giorni precedenti, avevamo concordato, che saremmo andati sempre assieme, al lavoro.
Mentre faccio colazione, mi arriva un suo messaggio:” Ciao Paolo, ieri ti sei dimenticato, di mandarmi la buonanotte!”
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